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Osservare il mondo con occhi diversi

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Dalla casualità alla sincronicità

Un giorno accadde…

In un momento molto particolare della mia vita, a causa di investimenti sbagliati, ho vissuto un periodo di difficoltà economica a cui non ero abituata. Fu forse questo il motivo per cui una mattina, prendendo il caffè in un bar, ‘sentii’ di tentare la fortuna. Quella mattina di ottobre come resto ai 5,00 euro per pagare la mia consumazione, richiesi un gratta e vinci. Dopo che mi fu consegnato, mentre chiacchieravo con le mie figlie mi accinsi con non curanza a grattare la cartellina, ma solo dopo averla guardata più volte esclamai sorpresa: “Ho vinto! Ho vinto!” Avevo vinto € 100,00.

Una sciocchezza rispetto alle millantate vincite per cui si gioca e si spera di incassare un lauto bottino, ma per me fu davvero un momento inaspettato. Ebbene quel pomeriggio la mia amata Aika, una femmina di cane da pastore tedesco, dopo 9 anni di convivenza, ebbe improvvisamente un arresto cardiaco e morì nel giro di pochi minuti lasciando me e la mia famiglia in uno stato di incredulità, in uno straziante dolore e nella più totale incapacità di risolvere il problema in termini pratici, logistici dell’occultamento del suo corpo.

Tuttavia i volontari e il veterinario dell’ambulanza che avevamo immediatamente chiamato ai primi sintomi del suo malore, ci dissero che se avessimo voluto portarla in clinica avrebbero provveduto a farla cremare, costo dell’intera operazione € 100,00. Le stesse che quella mattina L’Universo mi aveva gentilmente inviato. Coincidenza? Per me no. Mai, nemmeno per un secondo ho pensato a questo. Piuttosto una sincronicità! Questo sì che era il termine che più risuonava in tutto il mio essere che stava vivendo un lutto lacerante.

Alcuni le chiamano coincidenze

Questo racconto non è altro che una breve introduzione al concetto di sincronicità. Se digitiamo sulla tastiera questa parola inserendola nella serch box di Google, si aprono diversi link dai quali si evincono moltissime informazioni sul tema. Per lo più riguardano la fonte alla quale viene attribuita la coniazione di questo termine, ovvero Carl Gustav Jung. Il noto psicologo definisce la sincronicità: “una connessione acausale e atemporale di uno o più eventi significativi.”

Origine: Libro dei Mutamenti – https://it.wikipedia.org

Ma in breve e più semplicemente, che cosa sono le sincronicità?

Alcuni appunto le chiamano coincidenze, fatti apparentemente disgiunti tra loro che sebbene sembrano completare il quadro di un puzzle, dare senso ad un evento, a una circostanza, vengono valutate solo ed esclusivamente come frutto ‘del caso’ occorso accidentalmente.

Sì, del caso, quella sorta di spazio-tempo in cui le cose sopravvengono senza scopo e senza una loro propria vita. Questa è la visione immanentistica che appartiene all’essere umano che si riconosce come il solo deus ex machina, che determina le esperienze escludendo il trascendente. Le “coincidenze” vengono valutate come casualità da un tipo di pensiero paragonabile a quello tolemaico, dove la terra, in questo caso l’uomo, è al centro dell’universo e niente può accadere, in maniera deterministica che egli non voglia, altrimenti è un’evenienza.

Il “cogito ergo sum” di origine Cartesiano, ha condotto sin dalla metà del ‘600 una parte dell’umanità a scollegarsi da quel frammento del sé che si connette al trascendente per orientarsi principalmente alla ragione.

Il pensiero cartesiano può essere considerato infatti come la base del razionalismo moderno. Cartesio, pur riconoscendo a Dio le sue qualità, sebbene non lo disconosca attraverso la sua teoria del dubbio, inizia a dare la massima importanza alla mente, alla ragione. La ragione come il mezzo per conoscere il mondo attraverso la verità che ella stessa riconosce. Questa forma di pensiero, negli anni, ha creato pian piano una massa critica che in qualche modo ha contaminato gran parte del pensiero comune; perciò anche coloro che non possedevano una visione prettamente religiosa ma avevano una sorta di interlocuzione con il mondo circostante attraverso i “segnali’, pian piano hanno abbracciato la logica e la ragione per mettere da parte la possibilità di connettersi con il tutto.

Sincronicità non vuol dire “nello stesso tempo” ma “con lo stesso senso”.

La parola sincronicità proviene etimologicamente da: «syn» che deriva dal greco e vuol dire «con, assieme» e da «kronos», che significa «ora», oltre che essere il Dio dello scorrere del tempo. La somma delle due parole indica «ora, nello stesso tempo», sebbene sincronicità non significhi solamente nello stesso tempo” ma anche con lo stesso senso”: eventi, incontri, connessi tra loro che accadono contemporaneamente. Naturalmente non per tutti è così, per alcuni sono coincidenze e per altri sincronicità. Chi ha ragione? Non esiste una ragione, un solo e unico modo di vedere questo aspetto, la differenza sta solo in chi osserva gli eventi.

È l’osservatore attraverso il proprio modello concettuale, esperienziale ed egoico ad attribuire il significato a ciò che sta vivendo.

Tutto il mondo sciamanico non avrebbe dubbi nel constatare la sincronicità degli eventi, esente dall’influenza culturale occidentale di cui la mente è la manager incontrastata. Per gli sciamani e per chi crede in qualsiasi altra cosa oltre la materia, c’è una forza, un ‘campo’ nel quale siamo totalmente immersi proprio come il feto nel liquido amniotico materno; solo che invece di essere un liquido è un campo vibrazionale.

Due esseri diversi, la mamma e il bambino diventano uno e condividono informazioni attraverso le frequenze emozionali.

Allo stesso modo il ‘campo’ entra in risonanza nel momento opportuno con archetipi ben precisi per dialogare con l’inconscio, affinché l’esperienza dell’anima intrisa di materia porti sé stessa alla consapevolezza di esistere. Gli accadimenti sincronici non sono altro che il dialogo di quest’ultima con la Coscienza non locale, il campo in cui siamo immersi, che è in tutti e nel tutto. La chiave di accesso a questa dimensione è la fede, l’atto di affidarsi permette il dialogo, apre le porte a ciò che trascende la materia: il campo.

Siamo in un passaggio epocale, facendo spazio nel nostro hard disk per ripulire credenze limitanti e obsolete, possiamo accogliere le sincronicità per aprirci a panorami più idonei alla nostra evoluzione. Passare da una modalità di osservazione più razionale a una più quantistica, ovvero aperta alle infinite possibilità, ci permetterà di essere in linea con il sentire per ritrovare la strada di casa, che è qui, ora nel nostro cuore.

Brunella Pardini